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Francesco Caglioti
![]() Realizzato negli anni trenta del Quattrocento, poco dopo lavvento di Cosimo al potere, il David stava in cima a una colonna, la quale, nel paragone coi monumenti statuari antichi, riusciva a giustificare pienamente la scelta, quanto mai audace, di presentare leroe biblico pressoché nudo, alla stregua dun idolo pagano. Grazie alla suprema nobiltà del soggetto, già consacrato dalla tradizione civica fiorentina, la prima vera «statua» dellarte postclassica adombrava la forte vocazione governativa dei committenti, ulteriormente sublimata dallabile ricorso alluniversalità dello spunto etico racchiuso nelliscrizione latina che poco più tardi avrebbe fregiato il basamento. Nel 1457 i Medici sentirono maturi i tempi per potenziare il messaggio del David affiancandogli, sempre su una colonna epigrafica, la Giuditta. Loccasione giunse col completamento dei lavori del nuovo Palazzo di Via Larga, al cui giardino fu destinato il primo autentico «gruppo statuario» dellarte occidentale moderna: nel frattempo, il David andava ad occupare lantistante cortile, ponendosi al centro di unambientazione scenografica estremamente raffinata. La vastità dellindagine preliminare ha permesso allautore daggiungere alla trattazione notevoli materiali sconosciuti su opere ed artisti del Rinascimento strettamente connessi collattività di Donatello e col mecenatismo dei Medici e della Repubblica fiorentina (Paolo Uccello, Desiderio da Settignano, Antonio Rossellino, Andrea del Verrocchio, Benedetto da Maiano, Michelangelo, Raffaello). ![]() ![]()
Fondazione Carlo Marchi - Studi, vol. 14 ![]()
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